The Versace Experience

Mia madre era una sarta abilissima, eccellente sia nella creazione che nella riproduzione dei modelli.

Quando ero molto piccolo, nel mio tempo libero, mi portava con lei ovunque, inclusi negozi di tessuti e mercerie. E mi spiegava stoffe ed abbinamenti, tipi di taglie e cuciture, scelte ed accoppiamenti. Era fantastico vederla creare e realizzare le sue opere.

Mi ha inculcato la bellezza della precisione, e che un ottimo risultato lo hai solo se hai curato bene ogni dettaglio.

Il massimo della sua maestria la ha resa confezionando gli abiti da sposa delle mie sorelle. In particolare la minore aveva un abito di pizzo su un tubino di seta bianca. Le rose del pizzo le aveva ritagliate una ad una e ricucite assieme affinché fosse un abito di sole rose.

Aveva una dedizione per i tagli classici, ma guardava anche di buon occhio alle innovazioni, tanto che il suo stilista ideale era Gianni Versace. Ci accomunava anche questa passione.
Ricordo che le sue sfilate ci catalizzavano; le guardavamo assieme ed il tempo si fermava.

Qualche anno dopo la sua dipartita, andando durante la fashion week milanese ad assistere alla sfilata Versace uomo FW2011-2012 a Via del Gesù nel palazzo dove un tempo Gianni viveva, li seduto di fronte ad Allegra Versace ed accanto a Franca Sozzani, mi sono sentito completamente a mio agio, come fossi a casa. Come i pomeriggi che passavo a casa con mia madre. E sono certo che lei quel pomeriggio era accanto a me, a guardare col suo sguardo infinitamente dolce le cuciture ed i tagli, che tessuti erano stati usati, e le scelte delle scarpe.

Sono convinto che ogni volta che rifai una cosa che hai fatto con una persona adesso defunta,
in quel momento la sua anima si avvicina alla tua,
per un istante.