Molti dimenticano come vedevano il mondo con gli occhi di quando erano bambini.
Marco Colletti no.
Lui ricorda ancora benissimo le sensazioni che provava quando al parco giochi le strutture gli risultavano enormi come Dei, ed essendo fonte di divertimento erano dei mostri che sprigionavano mondi di fantasie.
Quelle fantasie le riversa nei propri lavori, realizzati con pittura digitale su fotografie digitali, poi stampate su lastre di alluminio o tela.
È proprio l’immaginazione che la fa da padrona.
Ogni quadro ipnotizza gli occhi e lancia la mente in viaggi alla scoperta del percorso di ogni personaggio o luogo delle opere. Corpi antropomorfi immobili in paesaggi e scenari irreali, o animali misti a composizioni floreali. Ossimori. Un teatro degli enigmi. Gli scenari generano una teogonia che sfocia nei suoi quadri.
Molti lavori partono da una foto che cattura la realtà, e che poi, grazie a delle aggiunte o ritocchi digitali, ed una riqualificazione cromatica, raggiungono uno stato surreale.
Chiedendogli cosa lo ha portato a creare tali opere, ha risposto:
“devo fare opere che mi danno il piacere di stare al mondo anche a costo di immaginarmene un altro”.
L’estetica raffinata è punto di partenza per il piacere di guardare.
Dopo gli studi classici ha iniziato a lavorare come art director, illustratore per l’infanzia ed art director per la Disney.
Per questo le sue immagini talvolta sono l’espressione fumettistica di un concetto, talvolta una manifestazione fantastica dei suoi sogni.
La sua speranza, creando la “teogonia degli abissi” è, come disse Italo Calvino, che le sue opere possano essere guardate come un albero genealogico degli antenati dell’uomo contemporaneo, in cui ogni volto cela qualche tratto delle persone che ci sono intorno, di voi, di se stesso.
Colletti ama la bellezza e la leggerezza.
Ama togliere peso alla narrazione del racconto e del linguaggio.
La bellezza eleva lo spirito dalla quotidianità terrena che zavorra l’anima.
Ma riflettere sulla bellezza può essere un modo per salvarci.
A molti fa comodo pensare di potere spiegare tutto, fa comodo tenere il mondo incasellato nella ragione più ancora che nella spiritualità. Lo spirito fa paura al sistema. Perché il sistema può controllare la ragione, ma non lo spirito. Ecco dunque che il laicismo impazza, che tutto ciò che rimane attaccato al reale è ben valutato, nel senso che gli si dà proprio un valore, un riconoscimento economico vero e proprio, che si trasforma tristemente in un valore etico. Tutti sarebbero contenti di sbarazzarsi di ciò che non riescono a vedere.
La bellezza fa male a chi non la capisce.
per info: collettimarco@gmail.com
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