Vincent Billeci

Amo gli audaci.
Coloro che sperimentano, se hanno talento, creano nuove passioni.

Questo vincente azzardo contraddistingue i lavori di Vincent Billeci.
Ogni sua collezione è caratterizzata da una minuziosa ricerca nelle tradizioni religiose popolari, abbinate a volte a materiali tecnici.
Lo conobbi e mi innamorai della sua lavorazione grazie alla SILVERCOWBAG, in pelle e rifinita all’interno in raso. All’esterno è applicata una sagoma di vitello in puro argento fatta da un artigiano argentiere, a rievocare un ex-voto, tipici della tradizione religiosa della storia della terra di Vincent, la Sicilia. Ed è stata proprio la natura di questa terra ad ispirare la sua collezione Primavera Estate 2014.

I colori freschi e la scelta dei materiali rievocano il mare che la fa da padrone nella costa palermitana, dove è cresciuto e, dopo essersi laureato all’Accademia di Belle Arti in Progettazione della Moda, Vincent ha frequentato numerosi corsi di perfezionamento in taglio e cucito e modellistica, ampliando la sua formazione artistica/professionale presso l’istituto IED Moda lab Milano diventando il talentuoso artista che è oggi.

Quello che crea in questa collezione è un poetico microcosmo in cui il mare, con i suoi coups de théâtre partoriti tra alba e tramonto, genera le sue più delicate suggestioni.
É mare al mattino. Racchiuso nella trama nodosa dello shantung bianco, si sprigiona in una schiuma pallida, di perla, una risacca ritratta negli abiti al ginocchio, sotto il seno, che regala strappi di ceruleo e ametista, scie di bianco lattiginoso e verde menta.
Profondissimi gli scolli: un’insenatura in cui si nascondono e fluttuano delicate meduse gelatinose, dettagli unici trovati nelle botteghe degli antichi rigattieri di Palermo, che colorano il pallore drammatico del bianco con le tinte aurorali dell’ambra, della lavanda rosa, del turchese e dell’argento.
Un nitore abbacinante, quello del sole allo Zenit, brucia sugli occhi quando la mussola bianca delle camicie, ottica, vibra e si frantuma con stampe acquerellate e soffuse contro un sofisticato pizzo ossidiana: miraggi acquatici e opalescenti nascosti anche nelle pieghe centrali delle gonne trapezioidali.
E’ mare alla sera: la luce radente sull’orizzonte giunge a colorare d’argento lo specchio d’acqua immobile dei piccoli abiti con piegone centrale, a contrasto, fino a spegnersi nelle trasparenze del long dress nero scintillante tra i bagliori lunari di un orecchino-medusa argento.
Sa di mediterraneo, di acqua salata, di bava marina che come materia lieve si lascia tessere come una ragnatela fino al ginocchio, sopra le mini colorate, affogate in questo mare calmo e chiaro dove l’eleganza sposa lo sporty, il Pop bacia l’Art Decò, con esempi azzardati nelle canotte di rete su cui mettono radici i dettagli couture dei ramages floreali mentre sul collo, come atolli solitari, sospesi galleggiano colletti di organza colorata.
L’Isola delle Femmine (antico carcere femminile nei pressi di Palermo) e Maria, Stella del Mare, cuore della collezione, alimentano un racconto in cui la tradizione incontra il linguaggio contemporaneo del design, l’over incontra lo skinny, il lungo si sviluppa sull’estremamente corto mentre l’accessorio metallizzato infiamma la collezione come un tramonto: verde acqua e dorato, corallo e catrame, rosa geraneo e argento sono le evoluzioni della Rosalie bag, malva shocking metallizzato invece per il pezzo cult della collezione: la SpineBAG con cinturino dorato e dettaglio lisca in argento realizzato dagli antichi argentieri palermitani. Versione nero catrame e ancora argento per l’iconica SilverCowbag, ormai alla terza riedizione.

la sua collezione sul sito http://vincentbilleci.blogspot.it/

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