Dan Frak, docente trevigiano presso l’Accademia di Belle arti di Bologna, dopo aver studiato grafica e stampa all’Istituto Statale d’Arte di Venezia, ha proseguito la formazione al Dams e all’Accademia di Belle Arti di Bologna, e si è specializzato in Pedagogia e didattica dell’arte.
Ha inoltre creato su legno dei ritratti estratti da opere famose che vanno dal Rinascimento al Neoclassico.
I suoi lavori sono raccolti in una collezione chiamata
SGUARDI EROSI
La galleria di sguardi che emergono dal legno consunto, non nasconde la propria usura ma la ostenta.
Lungi dal voler conservare l’originaria perfezione formale, le citazioni che vanno dal Rinascimento al Neoclassicismo mostrano l’erosione del tempo e della cultura.
Soggetti studiati e copiati da altri artisti con disegni, dipinti, calcografie e altre tecniche a stampa artigianale, per poi ritrovarsi riprodotti su larga scala in cataloghi, libri di testo, riviste, fino a diventare un prodotto esteticamente “consumato”.
Ora si ripresentano nei quadri di Dan Frak come immagini logore che reclamano un nuovo potere di seduzione.
La loro usura culturale e visiva viene assorbita ed espressa nell’usura fisica del legno: consumato dal mare, dalla sabbia, dal sole e dalla pioggia, eroso dal lavoro dell’uomo, sbrecciato dagli accidenti, irregolare nel perimetro e nella superficie…
Questa materia riscatta l’unicità che l’epoca della riproduzione e della stampa seriale tende ad appiattire.
Tale riscatto avviene però recuperando proprio la tecnica a stampa che, non più inossidabile ed eterna, si piega alle venature e ai nodi del legno. La storia di quei volti si inabissa nella storia delle tavole lignee e, da lì, riemerge come sbiadita, a tratti sparisce nuovamente e infine riaffiora.
Ai nostri occhi si mostra, così, un’immagine frammentaria, precaria, in procinto di essere inghiottita dal tempo.
Inesorabilmente segnate ed appannate dalla storia, quelle presenze si ripresentano tenaci per guardarci e per essere guardate.
Un’atmosfera nostalgica chiama a dialogare lo sguardo dell’opera e quello dello spettatore.
E ci si ritrova ad apprezzare la malinconica altalena di ciò che sfugge e di ciò che, ostinatamente, vuole rimanere.
Fra le sue esposizioni:
2014 collettiva “Migrazioni interiori”, Mu.Ma – Galata Museo del mare, Genova.
2011 collettiva “Arts and Culture reshaping urban life”, Complesso monumentale dell’ex convento degli agostiniani a Sternberg (Rep. Ceca).
2010 collettiva “Città: mosaico di relazioni – Arts and Culture reshaping urban life”, con Piero Gilardi, Complesso monumentale di S. Caterina, Oratorio dei Disciplinanti, Finalborgo (SV).
2009 Performance “Supernova Bellezza”, Complesso monumentale di S. Caterina, Oratorio dei Disciplinanti, Finalborgo (SV).
2007 collettiva “Lo sguardo nell’arte”, Complesso monumentale di S. Caterina, Oratorio dei Disciplinanti, Finalborgo (SV).
2007 collettiva “Ri-creazione, la natura dell’arte”, con Piero Gilardi, Parco di Villa Moffa, Bra (CN).
2006 collettiva “Hospitalarte, ferite di luce”, Ospedale S. Giovanni di Torino.
2005 collettiva “Artècibo”, Sala Infernotti, Torino, con Piero Gilardi e Aldo Mondino.
2001 collettiva “Luce Spazio Colore”, Villa Falloppie di Savignano sul Panaro (MO).
2000 collettiva “Fuoco, aria, acqua, terra”, c/o sala Guidi, Pinacoteca Comunale di Bologna.
1998 collettiva “Idealarte”, c/o la Sala delle Esposizioni del Baraccano, Bologna.
1998 collettiva “Baraccanarte” c/o le sale museali del Baraccano, Bologna.
1996 personale c/o Torre Civica di Bagnolo in Piano (RE).